Vivere il Mediterraneo Antirazzista
a cura di Gennaro De Vivo
Il
"Mediterraneo Antirazzista" è una manifestazione sportiva che si è
svolta, per la prima volta, a Palermo nel 2008.
Focus della manifestazione non
è lo sport, in quanto tale, ma lo sport come strumento per annullare le
distanze centro/periferia e per dimostrare quanto le differenze, culturali e
non solo, possano essere fonte inesauribile di ricchezza. Rompere le barriere
del pregiudizio, facendo sì che ognuno diventi compagno, per sentirsi parte di
un'unica grande squadra, in un contesto di confronto e socializzazione: questo
l'obiettivo reale del "Mediterraneo Antirazzista".
Quest'anno,
la manifestazione ha toccato Scampia il 14 e 15 maggio scorsi.
Alcuni mi
domandano: "Mister quando giochiamo di nuovo a calcio? A parlare è Gennaro
De Vivo, volontario del CentroInsieme, che racconta la sua esperienza al
"Mediterraneo Antirazzista".
“Ho conosciuto
queste pesti proprio in occasione dell'edizione del 2014, ed è lì che è
scattata una scintilla, così forte da farmi iniziare una collaborazione con il
CentroInsieme per il doposcuola e per le altre attività ludiche e non, promosse
dal Centro.
Per i
bambini, il Mediterraneo Antirazzista è un po' come il mondiale di calcio, in
realtà si può considerare un mini-mondiale, visto il grosso seguito che riceve
ed il grande numero di bambini coinvolti. In realtà, l'aspetto calcistico,
durante questa manifestazione, non è quello principale, ma inevitabilmente è
quello più coinvolgente, i bambini non aspettano altro che entrare in quel
campetto di calcio nel loro quartiere.
Questa
manifestazione si differenzia dalle normali competizioni
di calcio perché non ha nulla di competitivo, non è il calcio il protagonista
assoluto, forse lo si usa come mezzo per unire i bambini e non per dividerli,
come spesso accade tra due squadre che si contendono qualcosa.
La parola
“Antirazzista” sta proprio a sottolineare questo: non si è razzisti nella vita
solo nei confronti di persone che hanno un colore di pelle diverso rispetto al
nostro, si è razzisti anche nei confronti di persone che sono o sarebbero
“uguali” a noi.
Questo ho
cercato di dire e di trasmettere ai bambini nelle settimane che hanno preceduto
il “Mediterraneo” e nel corso del torneo ho avuto modo di vedere come sia
possibile abbattere barriere che sono presenti tra di loro, e che spesso e
volentieri portano ad episodi di “razzismo”.
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